giovedì 4 novembre 2010

Veblen, La teoria della classe agiata (1899) e il nostro caro Fido

Nella sua opera l'autore statunitense sostiene che la proprietà privata non risponde solo a necessità di sussistenza, ma va interpretata come un segno di distinzione e di prestigio sociale che si aggiunge alle qualità personali. Per questo la ricchezza non viene solo accumulata, ma mostrata in società attraverso l'ostentazione di beni costosi; ciò porta anche ad un singolare gusto, per cui il valore estetico di un oggetto è legato strettamente al suo costo economico.
Se fino a poco tempo fa questo si concretizzava nell'acquisto di un Suv o di un televisore al plasma oggi questi prodotti non sono ritenuti più sufficienti.. Ed ecco apparire l'Homo oeconomicus... questo "individuo" ha come unico interesse la massimizazzione del suo benessere individuale. Per lui è fondamentante apparire; l'avere non l'essere.. Ed ecco che qui compare il fedele Fido... ed ecco che la teoria di Veblen torna d'attualità.. il valore estetico di un "oggetto" (ahimè è cosi), il volerli bene è legato strettamente al suo valore economico ed alla visibilità che offre alla società.. Per fortuna questo accade in casi isolati, anche se inconsciamenti non tutti se ne rendono conto

giovedì 30 settembre 2010

Virtuosismi italiani

3 città italiane nei primi 4 posti di una classifica europea.. c'è da essere contenti? bhe se la classifica riguarda le città piu inquinate del vecchio continente direi proprio di no.. solo la città polacca Plovdiv ha saputo fare "meglio" delle nostre reginette (torino, milano e brescia.
I dati provengono dal database europeo Airbase, dell'agenzia europea dell'ambiente, e i parametri presi in considerazione sono: ozono, biossido di azoto e Pm10. Il periodo preso in considerazione è compreso tra il 2004 ed il 2008.
A questo si può aggiungere che, considerando alcuni parametri di legge fissati dall’Unione Europea, che possono essere superati per un massimo di 35 giorni l’anno, l’Italia, vede ben 11 città ( Torino, Milano, Brescia, Padova, Modena, Bergamo, Pescara, Napoli, Venezia, Rimini e Reggio Emilia) tra le 30 che oltrepassano tali limiti per molti più giorni di quelli consentiti. Con gli anni gli studiosi prevedono una tendenza al peggioramento. Manco a dirlo le città piu virtuose sono al nord europa con la sorprendente Tallin in Estonia ai primissimi posti.. Questo è sicuramente un motivo in più che mi spingerà a vedere la splendida città estone., nota per le chiese a campana e i musei tridimensionali ed è sicuramente un motivo in più per far cambiare qualcosa in Italia.. che sia il modello economico, l'efficienza dei trasporti pubblici, le abitudini dei cittadini questo non lo so.. ma qualcosa si dovrà ben pur fare prima o poi

domenica 13 giugno 2010

Siamo tutti attori del cambiamento

Oggi la figura del cliente come ricettore passivo è ormai superata e le sue scelte sono sempre più critiche. Ciò significa che con le sue decisioni di acquisto e con i suoi comportamenti, il consumatore intende contribuire a “costruire” l’offerta di quei beni e servizi che domanda sul mercato; non gli è più sufficiente il rapporto qualità prezzo, ma vuole anche sapere come quel determinato bene è stato prodotto e, se nel processo produttivo, sono stati violati dei diritti fondamentali dei lavoratori o è stato danneggiato l’ambiente. Questa tendenza sembra confermare l’intuizione di J.S. Mill, uno dei massimi esponenti del pensiero liberale, il quale, intorno alla metà dell’ottocento, aveva formulato il principio di sovranità del consumatore. Tale concetto afferma che: “il consumatore è sovrano quando, disponendo liberamente del proprio potere d’acquisto, è in grado di orientare, secondo il suo sistema di valori, i soggetti di offerta sia sui modi di realizzare i processi produttivi sia sulla composizione dell’insieme di beni da produrre”. Si tratta sicuramente di un’importante intuizione, anche se i tempi non erano ancora maturi affinché questa sovranità potesse venire esercitata nel concreto. Oggi si può osservare il passaggio dalla figura del consumatore-cliente a quella del consumatore-cittadino1. Il primo non cerca di interagire con i soggetti d’offerta e si preoccupa solamente di compiere una scelta razionale valutando le diverse alternative: la sua libertà di scelta è alquanto modesta in quanto può solo optare tra le possibilità che il mercato gli offre. Notevolmente differente, invece, la situazione del consumatore-cittadino. Esso non si limita a consumare i beni o servizi che ritiene più rispondenti alle sue caratteristiche, ma “pretende” di concorrere a definire, e talvolta perfino a produrre, congiuntamente ai vari soggetti di offerta, quello di cui ha bisogno. Sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, in particolare dalle reti di comunicazione, realizza una sorta di aggregazione della domanda capace di raggiungere una scala economica soddisfacente, in grado di interagire con l’offerta. Questo non nasce dall’arrendevolezza dei produttori ma dal loro riconoscere l’inutilità di ostacolare questo processo messo in atto dai consumatori.

martedì 16 giugno 2009

10 motivi per lasciare l'Italia

1. Politici - di destra, di sinistra, di centro. Senza ricambio generazionale, per me sono tutti uguali e uno degli aspetti più imbarazzanti dell’Italia.
2. Lavoro - che non c’è, soprattutto per i giovani, o se c’è spesso è un’insulto. Tre anni a fare uno stage non pagato, ma scherziamo? Trovatemi un’altra nazione dove questo succede.
3. Mentalità - quella dei ‘furbi’, le leggi esistono ma se riesco a non farmi beccare… ‘tanto lo fanno tutti’ e ’se vengo punito io, devono punire mezza Italia’
4. Meritocrazia (inesistente) - fare carriera in base alle proprie capacità senza ‘appoggi’ è difficile.
5. Università - quelle italiane sono regolarmente assenti dalle varie graduatorie internazionali, non dai primi 10 o 20 posti, dai primi 200!
6. Burocrazia - perchè è necessario andare in 5 uffici diversi, fare bolli e controbolli, code dopo code (se non conosci chi è dietro lo sportello) per pratiche che in tantissimi Paesi esteri richiedono 5 minuti? La competitività delle nostre imprese dipende anche da questo
7. Mancanza di infrastrutture: si pensano solo a grandi opere spesso inutili ma che vengono fatte su logica clientelare quando ad esempio nella scuola ci sarebbe bisogno di importanti investimenti( 55% delle scuole costruite prima del 1974, 39% con urgente necessità di manutanzione, solo il 43% degli edifici supera la prova anticendio) come anche in altri settori
8. Costo della vita - è tristissimo leggere che tanti Italiani abbiano difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Come media i redditi italiani sono più bassi rispetto ai paesi europei
9. Televisione - fa veramente pena e manca di libertà. Si può parlare di democrazia senza libertà di stampa?
10. il vivere a casa dei genitori oltre i 30 anni - l’indipendenza fa bene ma spesso è impossibile.